martedì 25 settembre 2012

CARBURANTI.


La seconda parte del DDL 210 è relativa alla materia della distribuzione dei carburanti e ha lo scopo di diventare il punto di riferimento organico della materia, allineando la normativa regionale a quella dell’Unione Europea. Gli obiettivi che vengono perseguiti sono quelli della razionalizzazione e dello snellimento della rete tenuto conto dei principi comunitari di tutela del mercato e della libertà di stabilimento.

Particolare attenzione è posta alla volontà di avere impianti di nuova generazione, moderni, competitivi, dotati di servizi complementari, localizzati in aree idonee per gli aspetti urbanistici e di sicurezza stradale, chiudendo così gli impianti incompatibili e inidonei a soddisfare gli obiettivi posti. Orari liberi, dunque, e obbligo di dotare tutti i distributori di apparecchiature per ricaricare le autovetture elettriche le principali novità.

Nell’ottica della semplificazione amministrativa è significativa la previsione di un’autorizzazione unica per gli impianti e si è sostanzialmente uniformata la disciplina per gli impianti stradali e per quelli autostradali. Al contempo, però, sono difese e garantite le esigenze particolari dei territori montani a favore dei quali sono stati adottati dei correttivi ad hoc.

Anche in tale settore, tuttavia, le contraddizioni non sono mancate tanto che nella Commissione di merito l’elogio al libero mercato e alla riduzione delle regole si è bruscamente infranto sul problema della vendita di carburante nei centri commerciali, che si è cercato di limitare con provvedimenti ad hoc.

Una rete di distribuzione più efficiente, in linea con gli standard europei, è ottenibile solo con la drastica riduzione delle stazioni di servizio che dovrebbero passare in regione  dalle attuali 552 a circa 350 in modo che ogni  distributore si attesti su una vendita 2-2.5 milioni di litro/anno; ma, paradossalmente, la liberalizzazione del settore potrebbe determinare un incontrollato aumento dei punti vendita ottenendo di fatto l’effetto opposto.

L’ipotizzato e anche auspicato aumento della rete di distribuzione del metano, tale che questo sia reperibile nei nuovi distributori, in assenza di piano di indirizzo nazionale e di un investimento serio  delle case automobilistiche in questo settore tale da ampliare l’offerta e nel contempo di ridurre  i prezzi è destinato al fallimento.